27 luglio 2004

Repubblica.it/spettacoli_e_cultura: "L'Auditel era il nostro incubo così lo abbiamo imbrogliato"

A chi non ha mai sfiorato l'idea che l'Auditel non rispecchiasse i reali ascolti di un programma?
Repubblica ha intervistato una famiglia che racconta il rapporto che aveva con il meter, l'aggeggio utilizzato dall'Auditel e installato nelle case italiane. Io credo che i problemi risontrati da questa famiglia siano molto realistici e sicuramente presenti in altre famiglie; oserei ipotizzare la maggiorparte.
Secondo me è necessario uno strumento per valutare il gradimento di un programma. Ciò è valido solo se lo strumento è molto affidabile. In questo modo però la qualità dei programmi, specialmente dal punto di vista dei contenuti, cadrebbe molto in basso. Per quanto siano sballati i dati sono sempre tanti quelli che guardano "Il grande fratello". Come incentivare allora programmi di un certo "spessore" culturale, informativo o di utilità? Un buon metodo sarebbe quello di stabilire dei premi (per esempio riduzioni del peso fiscale) per quelle stazioni che inseriscono programmi "utili" in determinate fasce orarie. Le stazioni televisive si impegnerebbero per produrre programmi di informazione, in quanto conveniente, e in più cercherebbero di rendere il programma piacevole per non perdere l'ascolto. Potrebbero, per esempio, venire fuori così dei buoni programmi di divulgazione scientifica come l'ottimo SuperQuark.

Link:
Basta auditel Megachip
Auditel

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